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Pier Costanzo Brio- ASTROLOGIA POSITIVA di CRISTOFORO COLOMBO

Premessa

 

Sinora non abbiamo formulato che vaghe ipotesi sulla precisa natura del metodo di Colombo per rilevare e calcolare, in modo assoluto, il punto, ovvero la sua posizione, rispetto il centro europa, sulla sfera terrestre.

- Sappiamo che Colombo aveva superato il metodo della triangolazione tipico dei portolani, e delle carte nautiche della sua epoca, e poteva stabilire, in modo assoluto, la sua posizione.

- Sappiamo che non usava la bussola per calcolare la rotta, e proprio per questa ragione scoprì la declinazione magnetica, e non venne indotto in errore dalla medesima. Ovviamente la bussola rimaneva preziosa per la individuazione istantanea del nord magnetico, e per fissare rapidamente la rotta, già calcolata.

- Sappiamo che le sue carte, o schizzi costieri, per uso personale, non riportavano quote, che dovevano, per forza di cose, essere accuratamente elencate a parte.

- Sappiamo che usava gli almanacchi, od effemeridi astrologico-astronomiche del tempo, lui stesso ci parla di un non meglio precisato "Almanac", forse quello del Müller.

- Conosciamo le nozioni basilari di astrologia del tempo, quindi possiamo proseguire nel nostro lavoro.

 

 

Ricerca del Metodo

segreto di Colombo

 

Della sua misteriosa Teoria astronomica, assai sperimentata quindi certa, e del suo metodo, Colombo ci dice testualmente:

"affermo che lo Spirito Santo (intelligenza) rivela il corso delle cose future (ignote) non solo alle creature razionali, ma pure, per mezzo di segni del cielo" (dagli scritti, lettera ai re, apografa con note autografe, del 1501, Cadice o Siviglia).

"Vi è un conto (calcolo matematico), ed una ragione (teoria) fondata sull'Astrologia (astronomia), ed assai certa (sicura ed esperimentata): e chi la intende (possiede le basi culturali e la capacità per i calcoli) ha tutto quanto gli occorre (non ha bisogno di altre misure e metodi per stabilire il punto). E tale ragione (metodo astronomico e matematico) è in tutto simile ad una visione profetica ."

(scritti, Relazione del quarto viaggio, Giamaica 7 luglio 1503, copia apografa in spagnolo; Lettera rarissima, copia apografa in italiano).

La "visione profetica" conferma una rivelazione, ovvero la scoperta di un nuovo metodo, per intervento della Intelligenza Divina, o Spirito Santo, da cui derivano tutte le risorse delle umane intelligenze ed a cui si debbono tutte le intuizioni: la luce che rischiara le tenebre della ignoranza e della falsa scienza.

 La stessa "lampadina" con cui i vignettisti rendono l'immagine della idea inventiva, deriva dallo stesso concetto, inconsciamente presente ancora ai nostri giorni. Lo Spirito Santo si può manifestare come colomba, ma anche come Fuoco, Luce, che scende sul capo degli "illuminati", ovvero di chi ha "inteso", di chi è stato toccato dalla conoscenza: la fede, nel suo senso originale.

Come si vede, non si tratta affatto di ignoranza bigotta, ma al contrario, di profonda, e precisa, conoscenza teologica, in tal senso validissima, sempre.

Con queste parole, Colombo ci svela parte del suo segreto, confermandoci che si tratta di una sua idea, avuta per illuminazione, quindi non dobbiamo cercare questo metodo fra quelli usati e conformi alle conoscenze dell'epoca.

Al contrario, occorre ricavare questo "conto" ex-novo, mediante "divinazione", termine scientifico veramente usato in matematica, da principii ed equazioni basate su considerazioni di tipo astrologico-astronomico.

L'analogia del metodo colombiano-tolemaico con quello cartesiano (Cartesio, 1596-1650) balza agli occhi: la linea equatoriale, assume la funzione di ascissa, graduata in ore (o gradi); il meridiano medio europeo, tipicamente di Ferrara, assume per Colombo la funzione di ordinata, suddivisa in gradi, quindi ogni punto sulla terra è individuato, in modo univoco, dalla coppia di coordinate della ascissa e della ordinata, entrambe espresse in gradi.

Un geniale rudimento di tale sistema, alquanto misconosciuto e frainteso durante il medio-evo, si deve indubbiamente a Tolomeo, che teorizzò pure la proiezione conica, quindi un sistema di coordinate pseudo-cartesiane, con riferimento, ovvero origine longitudinale, al meridiano delle Canarie.

La pignola precisione degli emanuensi ci tramandò le carte Tolemaiche, ma non essendo chiaro il significato delle coordinate, i valori delle medesime venivano scritti tassativamente entro gli spazi delle gradazioni, senza che fosse ben compreso il loro significato reale, di fatto negato o contestato.

Dal momento che la superfice della terra è sferica, adottando un sistema di coordinate di tipo cartesiano, si ha per conseguenza che l'ascissa è massima all'equatore ed è nulla ai poli, ovvero è funzione dell'ordinata.

j = E cos J

Dove j = ascissa, J = ordinata, ed il valore equatoriale dell'ascissa è rappresentato da E .

Tutte le carte geografiche sono, per forza di cose, rappresentazioni piane, quasi tutte sono graduate, di tipo pseudo-cartesiano, e molti sono i metodi adottati per "correggere" il più possibile la "distorsione" dovuta alla sfericità terrestre. Uno di questi metodi, come detto, è stato ideato da Tolomeo, e consiste nella proiezione conica. Geograficamente parlando, i risultati sono accettabili.

Il vero problema nasce quando si cerca di descrivere una rotta, ovvero una funzione di codeste coordinate: il sistema cartesiano piano si rivela del tutto inadatto, ed in tal caso occorre usare un sistema ben più complesso, di tipo polare.

Il sistema di coordinate polari permette di descrivere correttamente, non solo una qualsiasi rotta sulla superfice terrestre, ma parimenti i moti dei corpi celesti, in una proiezione consona ad un osservatore terrestre, ovvero geocentrica, di cui le stelle sono riferimenti "fissi"; si adatta quindi perfettamente per l'uso astronomico ovvero astrologico.

 

 

Un sistema polare,

 

adattato appositamente per le misure sulla superficie terrestre , è visibile in fig. 21, ove si nota come l'ascissa, praticamente di modulo fisso, è identificabile con il raggio terrestre, e le altre due coordinate spaziali, che ovviamente sono angoli, sono dette longitudine e latitudine. La longitudine è l'angolo j formato dall'intersezione del piano cui appartiene il meridiano di riferimento con il piano cui appartiene il meridiano del punto; la latitudine è l'angolo J formato dal raggio terrestre appartenente al piano longitudinale del punto ed il piano equatoriale.

 

Colombo, appassionato lettore di Tolomeo, di cui comprese l'intima essenza matematica, fece suoi i concetti tolemaici; quindi riformulò ed elaborò, in base alla sua esperienza pratica, una teoria di tipo polare, basata su di un sistema assai simile a quello di fig. 21.

Mediante le continue esperimentazioni effettuate durante i suoi viaggi, e facendo tesoro delle esperienze altrui, Colombo perfezionò la sua teoria ed i metodi di calcolo e misura relativi, raggiungendo livelli di sorprendente precisione.

Come detto, il metodo polare colombiano si adattava perfettamente alla astronomia-astrologia dell'epoca, dove le stelle si possono disporre su di una sfera proiettiva, equivalente (circa) all'infinito, e la terra, origine degli assi può, anzi deve, essere posta al centro dell'universo.

Proiettivamente, il moto relativo degli astri rispetto la terra è completamente descritto dalle sole coordinate polari. Quindi:

Colombo usava un metodo di tipo cartesiano

migliorato in coordinate polari relative,

aveva formulato ipotesi proiettive

cosmografiche ed astronomiche

Il tutto al fine di poter determinare univocamente punto e percorsi sulla sfera terrestre.

Sappiamo che Colombo non eseguiva una sola misura, ma rilevava molti punti, quindi effettuava una interpolazione, e ricavava la funzione, o curva pseudo cartesiana, del percorso apparente della stella, od astro in esame, tipicamente: la Polare, il Sole, la Luna e le "guardie" del carro (come riferimenti).

Questo geniale modo di agire, precursore dei moderni metodi di misura e di calcolo, permise a Colombo di correggere e compensare gli errori, e certamente calcolare con precisione una delle coordinate polari assolute, rispetto il centro terrestre ed il piano equatoriale: la latitudine (positura).

Ma come poteva ricavare la longitudine? Le eclissi di luna, come visto, potevano servire solo da esperimentazioni di conferma, in modo occasionale, una volta ogni tanti anni.

La misura della longitudine è il vero segreto

di Colombo, che ci prefiggiamo di scoprire,

nel senso di ipotizzarne una possibile radice.

Sappiamo, per certo, che il punto veniva calcolato da Colombo giorno per giorno nautico (comprendente tutta la notte), continuamente, salvo impossibilità, ad esempio dovuta a periodi di burrasca (fortuna), o personale malattia.

Sappiamo parimenti che l'operazione era alquanto laboriosa e lunga, ma che portava sempre a risultati certi e precisi.

 

 

Il Giorno solare

 

Il primo serio problema che Colombo dovette affrontare è stato quello della misura del tempo, in modo assoluto.

Le clessidre, non potevano certo fornire la necessaria accuratezza e necessitavano di continui sincronismi con il tempo solare.

Utilizzando le sue conoscenze di astrologia, Colombo sviluppa anzitutto un metodo assoluto e preciso di misura temporale, di tipo astrologico.

Per questo scopo non è sufficente osservare il sole: infatti la terra, in un giorno, si sposta di circa un grado lungo la sua orbita solare.

Quindi la terra deve ruotare circa di un grado in più per avere la culminazione del sole a mezzogiorno.

Il giorno solare non è di 360°, ma di

360° + 1° = 361°

In un anno si guadagna un giorno completo, ovvero 360°.

La conseguenza è che il giorno solare è circa:

60/15 = 4 minuti più lungo

di quello calcolato di notte, per mezzo delle stelle "fisse", che viene per questo detto giorno siderale.

Inoltre il punto di massima elevazione del sole, non coincide esattamente con il sud, e neppure con le ore 12

.

 

Il Giorno siderale

Si ottiene osservando, al posto del sole, i successivi passaggi di una stella "fissa", sullo stesso meridiano.

Dal momento che una stella detta fissa si può praticamente ritenere una sorgente luminosa all'infinito, con raggi luminosi paralleli, il moto terrestre non influenza la misura, che risulta esatta ed assoluta.

Disponiamo dei dati basilari per tentare di scoprire il primo tassello del metodo di Colombo: la misura del tempo, in modo assoluto ovvero astrologico-siderale e non relativo: più preciso della semplice osservazione solare, ed adatto ai complessi calcoli astrologici (siamo nel `400), od astronomici che dir si voglia.

 

La misura del Tempo colombiano

In fig. 22 è visibile il grafico schematico del possibile metodo colombiano, riferito alla Polare (utile per stabilire la latitudine), e ad una stella non meglio identificata, che sia prossima all'equatore al tramonto, al fine di avere una maggiore escursione in gradi e migliore precisione.

In questo grafico gli astri non percorrono dei cerchi attorno all'asse terrestre, ma la proiezione della loro elevazione nel tempo, quindi delle sinusoidi.

Colombo rileva e traccia, le curve delle stelle di notte, e del sole di giorno; quindi costruisce una tavola con il tempo solare, e siderale, ed i punti cardinali.

Di codesto metodo abbiamo precisa menzione, seppure parziale, nei dati coevi da noi raccolti, quindi non è ipotetico.

Il massimo di questa curva solare coincide con il mezzogiorno, inizio delle ore del giorno astronomico. Al tramonto il grafico del percorso solare "interseca" quello del percorso delle stelle, con uno sfasamento progressivo di un grado al giorno.

Una volta tracciato il grafico, con massima precisione e simmetria, è possibile dividerlo in 24 parti, corrispondenti alle ore astronomiche relative al punto, ogni ora può poi essere divisa in minuti.

I dati essenziali possono infine essere raccolti in tabelle aventi funzione di effemeridi personali.

A questo punto possiamo ricavare, con sufficiente precisione:

la data

ovvero i giorni trascorsi

in base ai gradi di sfasamento fra il grafico solare e quello astrale,

il tempo

di ogni evento astrale

infatti ad ogni grado di elevazione degli astri corrisponde un tempo siderale assoluto ben preciso, e vicecersa.

Continua, per il momento, a rimanere oscuro il metodo colombiano di determinazione assoluta della longitudine, non essendo possibile ipotizzare a tal fine, l'impiego dello sfasamento fra tempo solare e sidereo, non lineare e troppo esiguo per poter essere misurato, a tal fine, dagli strumenti del tempo.

In fig. 23 è schematizzato un possibile sistema geocentrico orientato rispetto l'equatore celeste. Risulta evidenziata l'intersezione tra il piano dell'eclittica ed il piano dell'equatore celeste, ed il punto gamma, origine sulla sfera celeste. Le coordinate angolari sono: l'ascensione retta e la declinazione, mentre l'ascissa è trascurata, assumendo il valore di infinito. La terra è immaginata come un punto, e tutti gli astri giacciono sulla sfera celeste, che rappresenta il quasi infinito.

Quello di fig. 23 non è l'unico sistema geocentrico che Colombo poteva adottare, anzi quasi sicuramente, egli si avvaleva di un sistema avente come riferimento l'orizzonte relativo all'osservatore, maggiormente adatto per un uso in mare.

 

 

Il Metodo di Colombo Svelato

 

In Fig. 24  è schematizzato il sistema di assi certamente utilizzato e sviluppato da Colombo, adatto ai suoi calcoli.

Guarda caso un sistema similare è ancora oggi usato in astrologia, e proprio di astrologia ci parla l'Ammiraglio in merito ai suoi metodi di misura e di calcolo del punto.

 

 

Disponiamo ora di tutti gli elementi per ipotizzare, con elevata probabilità, uno dei metodi che poteva aver ideato, e seguito, il grande navigatore, ma direi, senza tema di esagerare, anche grandissimo e geniale cosmografo, fisico e matematico.

Colombo conosceva certamente l'astrologia (scritti) e quindi sapeva che cosa era un tema natale, ovvero un tema astrologico, ed i parametri essenziali che lo definiscono univocamente, nel senso che nessun tema è identico ad un'altro.

Senza dubbio quindi, Colombo sapeva che:

un tema astrologico varia con l'ora,

con la latitudine,

e con la longitudine,

inoltre doveva aver considerato, in modo originale, che:

la nascita è un evento fisico,

quindi un qualsiasi evento,

diciamo fisico o cosmologico,

poteva essere parimenti descritto

mediante l'astrologia.

Capovolgendo il problema, pensò fatalmente che,

se possedeva la descrizione astrologica,

o tema, di un evento,

ma ignorava il luogo

ove detto evento era avvenuto,

l'astrologia gli avrebbe permesso di ricavare

le incognite, ovvero

le coordinate del luogo stesso.

 

Questo è il lampo di genio, la "profezia" avuta per grazia dell'intelligenza, ovvero dello Spirito Santo, la luce della verità, della fede, il cui significato originale era conoscenza del vero.

In conclusione si convinse che, almeno teoricamente, è possibile un metodo e calcolo puramente astrologico per poter determinare, senza altri aiuti, la latitudine e la longitudine di un punto sulla superficie terrestre, semplicemente guardando le stelle.

Il tema dell'evento posizione nel tempo del soggetto osservatore (lui, ovvero posizione della nave) poteva essere calcolato in base all'osservazione astrologica, quindi era un dato, e le coordinate del luogo erano le incognite. Il ragionamento è simile (sebbene inverso) a quello che compie ancora oggi un astrologo per ricavare il tema natale di una persona: in base a calcoli appositi ed alle tavole delle effemeridi vengono ricavate le posizioni di costellazioni e pianeti; cosa che può fare benissimo un calcolatore con un opportuno programma, quindi è un procedimento logico-matematico, positivo e per nulla paranormale. Il tema di due persone che nascono contemporaneamente, ma in luoghi diversi, è diverso. Ovvero il tema astrologico natale è funzione del punto.

Se conosco il punto (dato), calcolo normalmente il tema (incognito).

Se viceversa conosco il tema (dato), posso ricavare il punto (di cui le coordinate sono le incognite).

Purtroppo i calcoli matematici inversi sono sempre più complessi e difficoltosi di quelli diretti: pensiamo al semplice quadrato di un numero, ed alla radice quadrata, con imprevista doppia soluzione.

Il problema principale

è quello di stabilire quale sia stato l'astro utilizzato da Colombo come causa dell'evento che gli permetteva i calcoli, tipo "quando la luna entra in capricorno" e simili.

Dobbiamo ricercare una entità cosmologica cui è legata una successione di eventi, sufficentemente ampia e rapida, da permettere la valutazione di pochi minuti per grado; in caso contrario la misura risulterebbe aleatoria e grossolana, ovvero del tutto impossibile all'epoca, anche per Colombo.

Scartate le stelle fisse per ovvie ragioni, rimangono i pianeti, ma nessun pianeta compie, nel giro di pochi minuti, apprezzabili variazioni di posizione, ossia dell'ordine di un grado.

Il Sole, come già detto, non è proponibile, se non per conoscere la differenza in giorni di due eventi.

Rimane la luna, di cui venivano stampate effemeridi, e che Colombo certamente utilizzava (scritti); ma la misura risulta ancora troppo grossolana: infatti la relativa variazione è di circa un grado ogni tre ore, insufficiente per una misura corretta, specialmente se effettuata con gli strumenti dell'epoca.

Sebbene in modo occulto, come suo solito, lo stesso Colombo ci suggerisce di ricercare un qualcosa di:

"basato sulla astrologia .... in modo simile ad una visione profetica",

Non dobbiamo quindi ricercare degli eventi legati ad un astro, ma piuttosto eventi immateriali, come i punti teorici, non legati ad un corpo fisico.

Uno di questi punti teorici della astrologia è l'Ascendente: soddisfa i requisiti, è rapido, permette la valutazione precisa di pochi minuti per grado, ma non è lineare, ovvero non varia costantemente nel tempo, inoltre l'ampiezza della variazione è funzione della latitudine, ovvero proprio del punto incognito.

In linea teorica l'ascendente poteva anche essere utilizzato, dal momento che la latitudine poteva essere ricavata a parte, ma la non linearità del metodo ci spinge a scartare questa ipotesi.

Ancora più rapido dell'ascendente, con il vantaggio della linearità, ed incremento costante di un grado ogni 4 minuti primi di ora è il

Medium Coeli

Che risponde esattamente alle caratteristiche da noi ricercate.

Quindi abbiamo scoperto che l'entità di riferimento usata da Colombo non poteva essere nessun corpo fisico celeste, per forza di cose, ma poteva essere solo ed esclusivamente un punto teorico, che abbiamo identificato con massima probabilità nel Medium Coeli, comunemente indicato con la sigla MC.

La figura 25 rappresenta compiutamente il rapidissimo moto dell'MC sia sul piano dell'eclittica, sia come elevazione sul meridiano del punto di osservazione.

 

Detto in parole povere, un osservatore che guarda il cielo, lungo la linea immaginaria da nord a sud, "vede" il MC che sale e scende , mentre il cielo "ruota", compiendo tutta l'escursione nelle 24 ore, ben un grado ogni quattro minuti primi, in modo omogeneo e lineare, ovvero del tutto sufficiente anche per un capace osservatore del tempo di Colombo, specie se era in grado di compensare gli errori.

Formulata la teoria (ipotesi iniziale) Colombo ebbe modo e tempo di verificarla, perfezionandola e rendendola di uso pratico.

Se queste scoperte non fossero perite con lui, certamente Colombo sarebbe oggi ricordato e citato in tutti i testi scientifici, e non solo sui libri di storia e geografia.

 

Sintesi sul Metodo

di calcolo del punto di Colombo

 

- Anzitutto Colombo si procurava delle tavole effemeridi per il normale calcolo astrologico alle longitudini e latitudini europee, o le calcolava lui stesso, basandosi su più semplici almanacchi.

- Completava dette tavole, con tabelle per il calcolo del MC nel luogo di riferimento, ed alle latitudini che erano di suo interesse.

- Quindi stabiliva, come visto, il tempo astrale s del luogo, ed il corrispondente tempo siderale x.

- Calcolava poi la esatta latitudine del luogo, in base alla elevazione degli astri, tipicamente della polare, come visto.

- Poteva ora calcolare le coordinate del Medium Coleli, funzioni della latitudine, ma anche della data e dell'ora. Come visibile in figura 25, il punto (MC) varia la sua elevazione con il tempo, ma appartiene sempre al meridiano proprio del luogo.

- Poi rilevava con cura, i passaggi nel Medium Coeli delle costellazioni. O più semplicemente il passaggio di stelle campione delle medesime nel meridiano superiore, avvalendosi probabilmente di tavole effemeridi per il MC precalcolate.

- Interpolava quindi la curva risultante, per compensare gli errori, e sceglieva un istante tipico, come la culminazione di una stella, riportata nelle sue effemeridi, quale evento di riferimento, sostitutivo dell'evento-nascita.

- Poteva ora calcolare il valore direttamente in gradi, oppure in ore, del mc, ovvero della intersezione del meridiano locale con la circonferenza del piano eclittico, relativo all'evento stabilito, tenendo presente che ogni segno zoodiacale occupa 30 gradi.

- La semplice differenza, in gradi, fra il mc dell'evento locale e quello corrispondente europeo, ricavato dalle effemeridi,fornisce direttamente il tanto sospirato

valore longitudinale cercato.

 

La Prova

del sistema positivo colombiano

 

Quindi Colombo poteva effettivamente trovare il punto osservando le stelle ed usando l'astrologia positiva. Ma quale prova abbiamo che il sistema colombiano fosse positivo , e non quello astrologico-divinatorio?

Il quesito è importante: se Colombo avesse usato il sistema oggi "consueto" ovvero divinatorio, non poteva calcolare la posizione: infatti le prove eseguite con un calcolatore e diversi programmi di calcolo astrologico "consueto" hanno fornito risultati scarsi.

Potremmo pensare che la normale astrologia erra i calcoli, ma dopo attento studio ci renderemmo conto che la ragione è del tutto differente: l'astrologia "normale" deve riferirsi ad "aspetti" planetari di tipo statistico temporali, legati non tanto all'astro vero e proprio, ma al relativo tempo siderale. Quindi:

il sistema divinatorio

non deve assolutamente

basarsi sulla effettiva disposizione delle stelle,

ma su quella relativa,

classica ed immutabile,

tarata a circa due mila anni fa.

Non deve in definitiva risentire della precessione degli equinozi. Deve poi basarsi su di una specie di orologio astrologico legato al sistema solare.

Quindi l'astrologia divinatoria:

non rispecchia,

e non deve rispecchiare al cento per cento

la realtà cosmica,

ma quella temporale relativa al suo riferimento.

Per poter stendere tavole uniformate di osservazioni statistiche (per gli astrologi scientifici) ma anche tavole preconcette (veggenti), occorre sempre standardizzare gli eventi. Se un tal aspetto mi fornisce (o credo mi fornisca) il tal risultato, debbo identificarlo univocamente. Inoltre se l'aspetto dipende dall'orologio siderale, sarà questo, e non il pianeta o la stella ad identificare l'aspetto stesso. Il fine statistico è la proiezione o previsione.

L'astrologia positiva,

al contrario,

deve essere legata alla realtà

osservabile e misurabile,

anzi, è normalmente proprio l'osservazione che determina il tema positivo, da cui ricavo il luogo dell'evento.

Logicamente quindi, Colombo doveva usare l'astrologia positiva, da lui stesso perfezionata e completata: questo è un indizio.

 

La prova inoppugnabile

che proviene dagli scritti, libro Profezie autografo e lettera apografa al Papa, è per nostra fortuna, semplice e chiara:

"e non potè esservi errore, perché allora,( nell'anno 1494 trovandomi io nell'isola Saona) vi fu eclisse di luna, il quattordici di settembre "

 

 

quindi, nella relazione del quarto viaggio:

"l'anno '94 navigai 24 gradi a ponente in 9 ore e

non potè esservi errore perché vi fu un'eclisse;

il sole si trovava in Bilancia e la luna in Ariete "

Proprio dove si trovavano,

fisicamente e conformememente

all'astrologia positiva colombiana

sole e luna, nella data in oggetto.

Secondo l'astrologia divinatoria consueta, il 14 settembre il sole si trova pienamente in Vergine! Sempre in Vergine, oggi e nel 1494.

Inoltre Colombo dimostra di conoscere perfettamente il motivo dell'eclisse di luna, e che questo evento, essendo visibile alla stessa ora siderale in un intero emisfero, può essere utilizzato come evento in tempo reale, ossia di paragone, per verificare calcoli e sfasamenti, verificare e correggere gli errori (di longitudine), che vengono per questo motivo compensati ed eliminati.

Colombo dice il vero (non se ne abbiano a male i puristi) quando afferma che "non potè esservi errore", e la luna è proprio in opposizione di fase (eclissi) con il sole: sorge quando il sole tramonta.

 

 Personali, Avi, Parenti
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