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Pier Costanzo Brio- ASTROLOGIA POSITIVA di CRISTOFORO COLOMBO

Premessa

 

Per astrologia positiva intendiamo quella scienza che, all'epoca di Colombo, veniva utilizzata in modo certamente positivo ed utile, in cosmografia, nella cartografia, nella navigazione, ed in altre discipline scientifiche coeve, ovvero in modo scevro da superstizioni, o fantasie bigotte ed inconcludenti.

Quindi l'astrologia positiva, di nostro interesse, non si cura della Divinazione, dichiarata tale, della correlazione tra temi natali e caratteri umani, dei simboli magici, della Previsione degli eventi.

Nulla di divinatorio, nulla di magico? Certo!

Ma, intendiamoci: se io vedo una tegola che cade da un palazzo, diretta su di un lampione, non sono certo un mago, se "prevedo" che il lampione è prossimo ad infrangersi. Nulla osta pure che la mia previsione sia errata: un fortuito colpo di vento, od altra imprevedibile causa, naturale o meno, può benissimo deviare la traiettoria della tegola, ed il lampione non si infrange, malgrado la fortissima probabilità in tal senso, che aveva originato la mia "previsione". Più precisamente sarei un suicida se mettessi la mia testa come bersaglio, fidando nel fatto che nulla è certo al cento per cento, quindi la tegola diretta alla mia testa può benissimo deviare. Sarei invece un giocoliere se, simulando il suicidio, fossi proprio io a provocare "il caso fortuito" che mi salva la vita; ma, come tutti i giocolieri illusionisti, prima o poi, posso rischiare veramente, mio malgrado, di morire, a causa di un ulteriore caso fortuito.

Morale della favola: nulla, ma proprio nulla, è certo in assoluto, nemmeno l'applicazione delle leggi fisiche, per il semplice motivo che noi non conosciamo la verità, conosciamo solo il modello da noi stessi costruito, che rimane un tentativo (teoria). Quindi non possiamo, di principio, iridere o reiettare alcuna possibilità, specialmente se detta possibilità si è verificata, anche una sola volta, alla faccia della "riproducibilità scientifica in laboratorio".

Occorre essere Positivi: ossia Sintetici, il meno pragmatici possibile, secondo il vecchio Buon Senso, o rischiamo di cadere, da una parte nella squallida superstizione, dall'altra nell'illuminismo più gretto e retrivo,
entrambe illusioni di potere divino, entrambi inconcludenti ed anti-positivi.

In questo capitolo esporremo i soli elementi basilari ed essenziali dell'Astrologia positiva, intesa in termini scientifici propriamente detti, senza preconcetti contrari od a favore.

I pochi rudimenti che affronteremo, sono quelli indispensabili al nostro oggetto: l'astrologia positiva di Cristoforo Colombo.

Il nostro scopo immediato è quello di svelare il metodo astrologico scoperto e perfezionato da Colombo per fare il punto, di cui possediamo una descrizione diretta dei pregi e della funzionalità, e molte testimonianze, sebbene scarne, della procedura tipicamente astrologica ed assoluta, senza necessità di bussola e riferimenti terrestri. Per completare i risultati della nostra ricerca risulta ora indispensabile acquisire alcuni concetti base dell'astrologia, che nell'immaginifico moderno ha assunto connotati del tutto "paranormali" ed antiscientifici. Al contrario l'astrologia positiva è una disciplina scientifica che mantiene una sua ragione d'essere, se non altro per comodità proiettiva, come vedremo.

 

 

dei Testi moderni

 

Opinione corrente, molto radicata , è che i testi attuali, ovvero posteriori l'illuminismo, frutto del pensiero critico moderno "razionale e scientifico", siano molto attendibili, al contrario di quelli antecedenti, "poco seri e parziali", se non frutto di superstizione.

In cosa consiste il pensiero scientifico?

Nell'osservazione umile e precisa

degli avvenimenti naturali,

senza ingerenza di preconcetti

od umane deduzioni,

usando un "linguaggio universale, imparziale e sopratutto naturale": la matematica od analisi.

In caso di conflitto fra istinto, ovvero convinzione o suggestione umana, ed osservazione naturale, ovvero realtà scientifica, deve vincere sempre quest'ultima, ai danni della prima.

Esattamente il contrario di quanto avviene nella nostra mente, dove la suggestione ha sempre il sopravvento sulla realtà obiettiva.

Questa osservazione rigorosa, umile e scevra di parti mentali umani, è detta Sperimentazione.

Facciamo un esempio: la natura umana male accetta il fatto che una pietruzza, leggera leggera, od al limite una piuma, sia sottoposta all'azione di gravità nella stessa misura di un masso pesantissimo, diciamo di piombo; siamo istintivamente portati a credere che il masso di piombo debba sempre vincere la povera pietruzza, figuriamoci la piuma! Quindi la nostra mente, che noi scambiamo per razionale, ci assicura che il masso cadrà sempre molto più in fretta della pietruzza e questa, a sua volta, cadrà più velocemente della piuma; questo era appunto il pensiero "sacro" dei classici: sembra tutto molto ovvio e logico, ed invece è errato.

Merito di questa osservazione scientifica è di Galileo Galilei, che ha rischiato il rogo per aver confutato il pensiero filosofico "classico", messo in discussione la pura speculazione della mente, che i suoi contemporanei reputavano, con il loro senno, espressa nei "sacri" testi dei padri antichi.

Galileo Galilei, il padre del pensiero scientifico moderno, è uomo del 'seicento, periodo considerato buio e gretto, pieno di maghi e streghe, antecedente il tanto decantato Illuminismo, la rivoluzione Francese, il Romanticismo.

Detto in parole elementari, il metodo che deriva dal pensiero scientifico è la prova, il che richiede, primo la riproducibilità del fenomeno, poi un operatore (lo scienziato o critico) libero da condizionamenti di sorta, anche culturali.

Come si vede l'Esperimento ideale, in caso di fenomeno non fisico, non è di semplice attuazione, sia per carenze umane, che naturali: come riprodurre un evento storico, artistico, un fenomeno cosmologico, un tifone, un terremoto, un fulmine globulare?

Non si possono certo negare tutti i fenomeni occasionali non riproducibili in laboratorio, non è questo il carisma scientifico.

Pensiamo ad un critico d'arte moderno che, con linguaggio logorroico sciorina una dottissima, precisissima, e per lui scientifica, dissertazione su di una opera d'arte, diciamo un quadro.

Tutto bello, esaltante, ma, dove è la prova? La verifica sperimentale? La riproduzione dell'evento, supponiamo il quadro in questione?

Parrebbe facile: basta una tela, una certa quantità di colore, la tecnica tanto dottamente esposta, ed il nostro bravo operatore (il critico, od un pittore ai suoi ordini), senza nulla inventare, dovrebbe riprodurre l'evento-quadro tanto meglio, quanto scientificamente esatta è la sua dissertazione. Stesse sensazioni, stessi toni, ecc.

Tante parole, tante elucubrazioni mentali umane, nessuna prova, il critico si sente vero analista scientifico, assurge a livello dell'artista, lo supera in acutezza, sì, a parole: un quadro è una cosa, i suoi componenti altra cosa, la sua esecuzione è sintesi creativa e richiede talento, e siamo già nel non quantizzabile.

Il modo di agire del presunto critico in oggetto è gratuito ed antiscientifico; ma, cosa più grave, è assolutamente sterile ed improduttivo: nulla crea; rimane puro vaneggiamento.

Purtroppo questo è il concetto pragmatico di molti umanisti: la parola creatrice, libera dai vincoli delle leggi naturali, che ci illude della nostra natura divina.

Tutti possiamo godere di una ebrezza fantastica, una euforia da giostra; ma mentre il sintetico, finito il gioco, ritorna nei panni umili della realtà, il pragmatico (di solito saccentissimo) al contrario crede veramente di essere "motu proprio", divino.

Queste divinità pragmatiche abbondano: sono convinte di creare, a parole, ricchezza e lavoro; ma ricchezza e lavoro si producono, sfruttando le leggi naturali, e lavorando ad arte.

Noi non creiamo proprio nulla, possiamo modificare la realtà, questo sì, solo a condizione di conoscere leggi non nostre, al fine di effettuare modifiche a nostro vantaggio, e non il contrario.

Dal momento che le leggi (diciamo naturali) non sono nostre, dobbiamo prima umilmente scoprirle, poi sottometterci, ad arte.

Abbiamo definito, in sintesi, un agire propriamente scientifico.

 

Astrologia ed Astronomia

 

Occorre rammentare, e tenere sempre ben presente che, nel quattro-cinquecento, anzi per ben due secoli ancora, l'astrologia e l'astronomia erano una cosa sola, senza alcuna distinzione: era scienza ai massimi livelli, dottissima, privilegio di pochi intelletti superiori. Ovvio che gli astrologi, come i fisici e gli alchimisti, fossero scambiati per maghi e guardati con alquanto sospetto dalla gente comune: in modo del tutto analogo a come ancora oggi, è retaggio comune lo stereotipo dello "scienziato", per antonomasia "pazzo" e pericoloso, con poteri quasi soprannaturali, tanto da poter "diventare il padrone del mondo". E siamo in un'epoca con un livello di istruzione di base impensabile nei tempi in oggetto, quando molti re sapevano appena fare la propria firma, e la gran parte della popolazione era analfabeta.

La correlazione stelle - tempo, quindi evento, quale la nascita, e la tipologia caratteriale, dipendente dall'evento, quindi dalle stelle, è una logica e suggestiva (umanissima) conseguenza.

Sin dall'antichità più remota si è cercata una qualche correlazione, diremmo oggi statistica, fra certi accadimenti (eventi) positivi o negativi, ed il tempo astrologico, misurato con le stelle. In modo del tutto simile vengono oggi condotte le ricerche di mercato, politiche, di gradimento.

Facciamo un esempio: una ricerca di mercato ci assicura che il prodotto A avrà successo nel periodo natalizio, il B nel periodo estivo; detto così non vi è nulla di paranormale o men che scientifico.

Il periodo favorevole al prodotto A cade quando il sole transita nella costellazione del Capricorno,

il B nella costellazione del Leone,

ovvero posso dire che il prodotto A è favorito dal segno del Capricorno, mentre il B è favorito dal segno del Leone: dico la stessa cosa esprimendomi in modo differente, in modo astrologico, quindi sempre in modo positivo e scientifico.

Antiscientifico è la censura preconcetta di una ricerca, un dato di fatto, a motivo dell'uso di un linguaggio astrologico.

L'Astrologia positiva, è la parte scientifica, e non divinatoria o psichica, di questa disciplina.

 

I segni zoodiacali

 

Sono così detti i simboli, appunto di figure animali (zoo), per mezzo dei quali si individuano le costellazioni omonime, come erano ai tempi di Roma antica, quindi sfasati di circa 27° rispetto la posizione odierna. I segni zoodiacali sono quindi delle etichette iconografiche di individuazione delle costellazioni effettivamente esistenti sulla volta celeste, rappresentate da figure vere e proprie, o più praticamente, da simboli ideogrammatici.

I simboli astrologici, sono semplici ideogrammi, che individuano univocamente, non solo le costellazioni, ma anche i pianeti, il sole, la luna, gli "aspetti", e particolari punti immaginari, matematici.

I simboli zoodiacali, e le relative costellazioni, sono situati sulla sfera celeste, lungo la circonferenza-intersezione con il piano dell'eclittica, altrimenti detta armilla dello zoodiaco, divisa in 12 settori.

Ogni settore dello zoodiaco appartiene ad un segno, quindi i segni sono 12, equidistanziati, di:

360° / 12 = 30°

Ogni segno occupa esattamente 30 gradi della conica eclittica, ed appunto in 30 gradi, è suddiviso.

Il "segno zoodiacale" sottinteso solare, di un individuo, è la relativa costellazione sul piano dell'eclittica dove proiettivamente si trovava il sole al momento della sua nascita.

Un tema natale è formato dall'insieme dei segni zoodiacali, o costellazioni dove proiettivamente si trovano i vari pianeti, e la luna, al momento della nascita.

Il tema natale astrologico viene sviluppato (scritto) su di un grafico polare di tipo armillare, dove si evidenziano gli aspetti, ovvero la congiunzione (0°), opposizione (180°), quadratura (90°), trigono (60°), fra i vari pianeti, ed i punti astrologici.

 

 

La fig. 24 schematizza un sistema geocentrico adatto ai calcoli astrologici e navali, rispetto ad un osservatore terrestre che guarda il suo orizzonte, ed il suo zenith. Il sistema geocentrico, è ancora oggi utile e del tutto lecito: proiettivamente parlando, l'origine è libera, quindi un osservatore terrestre che voglia osservare la cupola celeste, dal suo reale punto di vista, è perfettamente legittimato ad utilizzare il sistema astrologico, godendo di ovvii vantaggi, e senza tema di commettere il più piccolo errore. Detto sistema, sempre inteso proiettivamente, rimane il più valido e semplice, per un osservatore terrestre, centro degli assi, ovvero centro proiettivo del proprio universo. Per tal motivo il sistema geocentrico risulta validissimo ed insostituibile per l'astrologia ed il puntamento telescopico degli astri: sarebbe assai sciocco, per un osservatore terrestre, porre l'origine degli assi al centro della galassia, od al centro dell'universo, ammesso che sia univoco.

Proprio il sistema di fig. 24, o simile,

era la base assiale astrologica perfezionata ed adottata da Colombo.


I Punti Astrologici

 

Sono punti immateriali, che assumono un ruolo simile a pianeti virtuali , caratterizzanti il tema di un evento, quale il tema natale. Come vedremo, questi punti sono, anche e sopratutto, per il nostro fine, estremamente interessanti.

Il segno che sorge ad Est rappresenta l'Ascendente.

Ovvero l'ascendente è il punto orientale dell'intersezione fra il piano dell'eclittica ed il piano dell'orizzonte, al momento dell'evento, come è graficamente visibile in figura 24

Il segno che tramonta ad Ovest rappresenta il Discendente.

Ascendente e discendente sono i primi due punti immaginari di importanza astrologica. Ascendente e discendente sono punti molto rapidi: percorrono, nell'arco delle 24 ore, tutta l'eclittica, quindi tutti i 12 segni zoodiacali, ma l'unità di variazione, in gradi nel tempo, non è lineare. Questo significa che non vi è una relazione semplice ed univoca fra coordinate del punto dell'evento ed ascendente: la differenza (in gradi) fra gli ascendenti degli stessi eventi, rilevati in due punti fissi sulla terra, non è costante, ma varia col tempo. L'ascendente è funzione non lineare del punto.

 

Le radici (intersezione) del meridiano cui appartiene lo Zenith, con il piano dell'eclittica, forniscono altri due importanti ed immaginari punti, rapidi e sopratutto lineari, ovvero ad unità di variazione costante ed eguale nel tempo, detti:

Medium Coeli, o medio cielo

Imum Coeli, o basso cielo

Questi punti sono sempre esattamente opposti, sfasati di 180°, quindi è utile considerare uno solo di essi: il MC o Medium Coeli.

Ogni 4 minuti il MC si sposta di un grado,

4' • 30 = 120' = 2h

ogni due ore percorre un segno zoodiacale

2h • 12 = 24h

ed in un giorno, di 24 ore, compie tutta la rotazione dello zoodiaco, ovvero della circonferenza celeste sul piano eclittico.

 

 

Sintesi dei Metodi

astrologici-cosmografici

di Colombo

 

Al ritorno dal suo secondo viaggio Colombo percorre, appositamente, una rotta lontana da riferimenti e dalle Azzorre: vuole evidentemente mettere alla prova il suo metodo astrologico ed originale, di cui si sentiva sicuro, paragonato con il metodo consueto, con bussola e triangolazioni.

Dice infatti il figlio Fernando:

Cap. LXIII

"dalla certezza del suo punto conobbe all'ora, che si ritrovava cento leghe lontano dall'Isole degli Astori: di ch'egli si maravigliava, ed attribuisce la cagione alla differenza della Calamita"

Questa è prova sicura che egli non usasse la bussola per il punto, ma un metodo certo: il metodo delle stelle, od astrologico.

Più precisamente, calcola il punto con il preciso metodo astronomico (astrologia del tempo), quindi si stupisce nel constatare di quanto possa aver errato il metodo comune, basato sulle distanze, velocità, triangolazione e direzione data dalla bussola o calamita.

Prosegue il Fernando:

"E seguendo il suo camino, il Mercoledì a gli 13 di Giugno, andando tutti i piloti, come ciechi, e perduti, giunsero in vista di Odmira, che giace trà Lisbona ed il capo S. Vincenzo,"

Come aveva ben previsto Colombo la notte antecedente, quando affermando il risultato dei suoi calcoli astrologici:

"della qual cosa tutti ridevano"

ma che infine tutti debbono prendere atto:

"Di che poi presso alla gente di mare egli fu tenuto per sapientissimo, e divino nelle cose della navigazione."

Ulteriore prova evidente del metodo matematico di tipo astrologico che Colombo utilizzava per calcolare il punto: infatti solo un metodo astronomico (astrologico per il tempo) può tanto.

I metodi astrologici si basano sull'uso delle effemeridi, quindi Colombo doveva avere sempre a portata di mano le relative tavole.

Notiamo pure la nascita della favola, dura a morire, che vuole Colombo dotato di facoltà paranormali, od aiutato dal Padreterno: nell'ottocento venne intentata addirittura una causa di beatificazione.


Controprova certa

 

di quanto detto sono le stesse parole di Colombo , nella relazione del quarto viaggio, scritta con evidente angoscia, dopo mesi di naufragio, e senza sapere se, e quando, la lettera stessa sarebbe giunta a destinazione.

Per invogliare l'invio di soccorsi, si lascia andare ad alcune rivelazioni, su di un'isola ritenuta aurifera.

"Approdai a un'isola detta Las Bocas, e da lì a terra ferma, che fu disegnata con compasso ed arte. Nessuno sa dire sotto qual cielo si trovi, nè quando io mi partii per dirigermi alla Spagnola."

Ovvero afferma di essere il solo a conoscere il sito di questa terra ed il motivo è spiegato al passo seguente.

"Nessuno può dar conto compiuto di questo perché non vi è ragione che basti, dal momento che navigammo sempre portati dalla corrente, senza vedere terra per giorni e giorni."

L'argomento in oggetto, è la capacità di fare un punto senza triangolazioni di terra e riferimenti di viaggio, come usavano i piloti (ufficiali di marina) dell'epoca.

"Ritenevano i piloti di approdare all'isola di San Joan, di contro giungemmo alla terra di Mango, quattrocento leghe a ponente di quanto dicevano."

Colombo si compiace di confondere i suoi ufficiali, cosciente di essere il SOLO possessore del metodo da lui scoperto, perfezionato, ed usato. Tanto basterebbe per la prova definitiva della nostra ipotesi: l'Ammiraglio non usava il metodo dell'epoca, ma ne aveva elaborato uno proprio, che teneva segreto.

"Dicano se sanno, dove è situata Beragua. Io affermo che altro conto o ragione non possono dare se non che giunsero a terre dove si trova molto oro, ma la via per tornare ignorano. E sarà di bisogno, per approdarvi di nuovo, scoprirla come la prima volta."

Pare che Colombo si fosse fatto consegnare le carte dagli ufficiali per evitare che potessero navigare autonomamente (Diego Porras). Questo comprova la nostra tesi, già dimostrata, che Colombo tenesse occulti più dati possibili, ma al fine della tesi attuale, l'oggetto da ricercare è solo il suo

metodo di fare il punto,

ed ecco che, inaspettatamente,

lo descrive lui stesso:

"Vi è un conto, e una ragione fondata sull'astrologia, e assai certa: e chi la intende ha tutto quanto gli occorre."

Semplicemente fantastico: con queste parole, Colombo Ammiraglio del mare Oceano, ci descrive chiaramente il metodo da lui usato per fare il punto:

un particolare CALCOLO (conto)

basato su di una TEORIA (ragione)

di fondamento ASTROLOGICO (astronomico)

questa teoria è ASSAI CERTA

e chi è in grado di intenderla HA TUTTO quanto gli occorre

ovvero non occorrono triangolazione terrestre

non occorre la stima del percorso

non occorre la bussola, ecc.

Un fatto nuovo è emerso: Colombo era certo di essere l'unico possessore del metodo astronomico che usava, quindi lo riteneva una sua invenzione, o scoperta.

La frase che segue conferma l'asserto:

"E tale ragione è in tutto simile ad una visione profetica."

Ovvero la teoria (ragione) è stata ideata dallo stesso Colombo, tramite l'intervento (visione profetica) della intelligenza assoluta, per definizione la terza persona della divinità, lo Spirito Santo.

Teologicamente, la spiegazione è la più esatta, anche se oggi può fare sorridere qualcuno.

La stessa frase ci assicura della affidabilità assoluta del metodo, tanto valido quanto una rivelazione divina.

Su questa considerazione, nasce la beota teoria purista che vuole Colombo santo, in diretto contatto con il Padreterno.


In Breve:

 

Le tavole delle effemeridi forniscono, ed usano, coordinate angolari e temporali. Come noto, le coordinate temporali, sulla superfice terrestre, sono equivalenti ad angoli longitudinali.

Con le sole coordinate angolari non si può risalire al raggio terrestre.

Per conoscere detto raggio occorre disporre della misura spaziale di un arco di superfice. Conoscendo un angolo, ed il valore dell'arco sotteso, è determinato il raggio, e viceversa.

In parole povere, conoscendo la distanza percorsa su di un meridiano, disponendo delle effemeridi, ossia tavole planetarie, ed effettuando le debite misurazioni angolari, si può risalile al raggio della Terra.

Viceversa, se conosco il raggio terrestre, posso calcolare un percorso (arco).

Questi calcoli risultavano, relativamente, semplici e certi, solo per gli spostamenti latitudinali, e richiedevano conoscenze di astrologia, geometria e matematica; erano basati su triangolazioni.

Solo Colombo afferma di conoscere un metodo assoluto e certo, indipendente da riferimenti terrestri, per calcolare il punto.

Da quanto visto, e numerose testimonianze, sappiamo per certo che Colombo usava le effemeridi.

La precisione con cui calcolava rotta e posizione, anche dopo le tempeste, e senza il minimo riferimento terrestre, sono la prova più certa del metodo matematico ed astrologico seguito da Colombo. Usando le effemeridi, le osservazioni stellari, ed il suo metodo, Colombo era a conoscenza del punto, ovvero delle coordinate angolari assolute del luogo.


 Metodo Astrologico per trovare il Punto
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