Calcolo elementare del percorso limite minimo Effettueremo ora il calcolo, in modo elementare, grazie al fatto che le curve diagonali linearizzate sono solo due: una di un grado e l'altra di tre, come ben visibile in figura 11 . In questi due casi, di rotta diagonale, l'ordinata (spostamento in verticale) non subisce variazione (immaginiamo la terra perfettamente sferica), mentre l'ascissa (o spostamento orizzontale) viene calcolata sul parallelo medio, corrispondenti ai 27°30' e 25°30' rispettivamente. Questo occorre fare per quanto già accennato, ovvero tradotto in parole povere, le linee orizzontali del grafico che, sulla carta, hanno la medesima lunghezza, sulla terra sono di lunghezze differenti. In questo caso la differenza è piccola. La gran parte del viaggio è facilmente calcolabile, giacendo sul parallelo del 27° grado, per una longitudine di 46°: 46·pi·12756·cos(27°)/360 = 4562,47 km. a cui va aggiunta l'ipotenusa (tratto obliquo) del piccolo triangolo in prossimità della Gomera: {(pi·12756/360)2·(4·pi·12756·cos(27°50')/360) 2}1/2 = 410,33 km. ed il tratto obliquo, od ipotenusa, in prossimità di S. Salvador: {(3·pi·12756/360)2(8·pi·12756·cos(25°50')/360) 2}1/2= 870,4 km. ovvero, il limite minimo del percorso è: 4562,47+410,33+870,4 = 5843,2 km.arrotondiamo la cifra, a sfavore di Colombo, in 5844 km. Questo è il limite minimo a cui tende il percorso effettuato da Colombo, arrotondato in eccesso. Ovvero: 5844/1,480 = 3948,65 miglia Italiane antiche Quindi: 5844/(4·1,480) = 987,16 leghe nautiche antiche che arrotondiamo in eccesso, a scanso di contestazioni, ed otteniamo il percorso minimo della prima traversata oceanica: 988 leghe (antiche) La distanza misurata, dalla Gomera a S. Salvador da Colombo, come si ricava dalle Historie di Las Casas, di Fernando e da quanto sappiamo dei diari di bordo, era di circa 1076 leghe (antiche) La stessa distanza, secondo i piloti era di circa 820 leghe (antiche) Quindi, risulta che i piloti ritenevano la terra più piccola di: 1076/820 = 1,3 volte di quanto la ritenesse Colombo Risulta anche, e sopratutto, che i piloti ritenevano la terra più piccola del vero! Conclusione: Non era Colombo ad errare, ma erravano i suoi piloti. Proprio l'esatto contrario di quanto ci hanno sempre propinato ed inculcato sin dagli studi elementari! Anche i più esperti e dotti osservatori scientifici reali, scienziati ed ufficiali, che presero parte al viaggio, non si accorsero delle vere distanze percorse, tanto erano radicati nell'errore. Ma è mai possibile che a nessuno sia venuto in mente di effettuare una analisi matematica? Mistero. Provate anche voi un leggero senso di vertigine, di nausea? Ed ora viene il bello. Colombo, misura la distanza in 1076 leghe circa, il che soddisfa ampiamente la nostra ipotesi, con uno scarto, in vantaggio, di: 1076-988 = 88 leghe Mentre i piloti si tengono al di sotto di: 988- 820 = 168 leghe Lo scarto proporzionale fra la misura di Colombo, segreta, e quella media dei piloti è, come visto 1076/820 ossia circa 1,3 Il che prova come i piloti e gli osservatori mandati dal re, ritenessero la terra più piccola del vero di 1,3 proprio l'errore di cui si accusa ingiustamente Colombo. E Colombo ha tutto l'interesse a lasciarlo credere, sia per tutelare al massimo la segretezza dei parametri essenziali, sia perchè riteneva ancora possibile una sua egemonia futura. Sono quindi verificati, ma non confermati, i punti: b) c) d) della nostra ipotesi Malgrado molti storici siano capaci di avvalorare per certo dati campati in aria, e molto meno provati di quanto da noi ora fatto, non possiamo ancora affermare che Colombo ritenesse veramente la Terra dell'ordine di grandezza reale, ma solo che la riteneva più grande di quanto la ritenessero i piloti, e che questi probabilmente la reputavano più piccola del vero, ammesso e non concesso che avessero veramente accettato la sfericità della medesima. Non è sufficiente per una affermazione scientifica, manca il parametro di riferimento: il raggio terrestre, oppure l'arco. Proprio quello che Colombo non aveva, se non come ipotesi. Vedremo poi, che l'asso nella manica di Colombo era proprio il suo metodo di calcolo del punto, sviscerato dalle triangolazioni, dalle misure con la corda, dalla stessa bussola: un metodo di tipo pseudo moderno, ovvero astronomico. Ma tale metodo, che spiegherebbe molte cose, non è ipotizzabile a priori: lo sveleremo a suo tempo. Analisi delle misure colombiane Primo parametro che occorre conoscere è il margine di errore tipico che veniva commesso dai migliori scienziati e capitani dell'epoca, ovvero imputabile agli strumenti, ai metodi di misura, ed ai metodi di calcolo. Dalle Note di pugno di Colombo, si ricava: Diaz, nel 1488 riferisce essere il capo di Buona Speranza a -45° invece del valore effettivo di -34°23' (ovvero 34,38 decimale) con uno scarto proporzionale di: 45/34,38 = 1.30 ancora una volta ricompare lo stesso rapporto di cui Colombo si aspettava errassero i suoi piloti. Colombo nelle sue note cita la ipotesi tolemaica: ciascun grado corrisponde a 56 miglia e 2/3, (56+2/3)·360 = 20.400 miglia perimetro terrestre equinoziale 20.400 miglia Questo porta alla conclusione che Colombo ufficialmente dichiarava le dimensioni della Terra più piccole del vero, in accordo con Tolomeo: 20400·1,480 = 30.192 km. di circonferenza equatoriale 30192/pi = 9610,4 km. di diametro 12756/9610 = 1,3 circa Ritroviamo nuovamente, non a caso, il rapporto di 1,3 circa. Colombo, come visto, non poteva ritenere la terra più piccola di 1,3 volte il reale perchè, in segreto, diminuisce ulteriormente, proprio di questa proporzione, la distanza effettiva percorsa, convinto che questa sarebbe stata la distanza misurata dai piloti. Ne consegue che: Colombo dichiarava ufficialmente la Terra più piccola di 1,3 volte il reale, in accordo con Tolomeo ma era cosciente che la vera dimensione è maggiore Riassumendo: Colombo sà che la Terra, è comunemente misurata più piccola dagli ufficiali piloti e dagli scienziati, quindi può sperare di ingannarli: infatti calcola, in segreto, la vera rotta, e la riduce di un rapporto di 1,2 ovvero poco meno di 1,3 sapendo in tal modo di fornire, in media, la percorrenza maggiore, ovvero di non essere scoperto. Chi poteva sospettare che diminuisse le vere distanze, se era proprio lui a denunziare la media maggiore? La prova è nel diario segreto, tenuto per lo scopo suddetto. Il fatto che l'incremento degli archi sia proprio 1,3 è indizio grave che Colombo conoscesse, o meglio ipotizzasse, non solo che la terra fosse più grande, ma la vera ed esatta dimensione terrestre.
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