ORIGINE del termine TROMBADORE

 

Vi è, oggi, una malcelata e pudica reticenza ad usare il termine Tombadore o Trombatore.

Eppure i primi vangeli (volgarizzati in italiano) riportano testualmente: "quando tu fai la limosina, non trombare dinanzi a te come fanno gl'ipocriti".

Trombare nel senso di cantare e suonare ai quattro venti.

Magari con gli strumenti del trombadore

che il vocabolario degli Accademici della Crusca (Venezia, 1741)

elenca in: "trombe, naccherino, e sveglia, cannamella, e trombetta dieci".

Lo stesso prestigioso vocabolario settecentesco definisce simili ai trombadori anche "i banditori del Comune",

ovvero persone che declamano e suonano per richiamare l'attenzione.

Dalla Storia di Giovanni Villani (Firenze, 1587), lib. 10 cap. 86 p. 7: "Trombato e richiesto Castruccio in battaglia..." nel senso di "sollecitato con grandi suoni e cori".

E se non basta: Dante, Conv. "per onorare lo corpo di Misene morto, che era stato Trombatore d'Ettore"

dove al termine trombadore viene preferito il sinonimo italianissimo di trombatore.

Cosa pensate! non credo proprio che Ettore sia stato un "diverso". Con tutto rispetto, ritengo che Misene fosse semplicemente il suo "declamatore" personale, ovvero il suo trumbadur, trumbör .

Moltissime sono le prove che, almeno sino al 1500, il termine italiano di trombadore veniva comunemente usato per identificare il

declamatore di versi e suonatore

di strumenti rumorosi, e non solo la tromba.

Ma nell'anno mille l'italiano non esisteva ancora.

 

 

USO ANTICO DEL TERMINE TROMBADOR

Partendo dal vocabolo italiano trombadore e quello dantesco di trombatore, facciamo un passo indietro nel tempo ed andiamo nel 1200: possiamo aspettarci il termine trombador.

Più di mille parole astruse, a volte vale l'esempio. Ecco quindi come venivano effettivamente scritte alcune parole:

nõie = nomine, pergamena 1271

huìliasti nos = humiliasti nos ,codice trecentesco pergamenaceo

doñe = Domine, antifonario quattrocentesco su pergamena

còpagnia = compagnia, c.28 Dante incunabulo di Foligno (1472)

Quindi, il termine trombador, assumerebbe il seguente aspetto:

" tróbador " = trombador, dove l'accento o punto sulla o equivale alla m seguente

" trúbor " = trumbör, dove l'accento o punto sulla u equivale alla m seguente

Notare che la b poteva facilmente essere confusa con la v che veniva anche scritta chiusa tipo il delta minuscolo greco.

Risulta così evidentissima la facilità di confusione del termine "trombador e trumbör" con il termine "trobador e truvör" anche da parte di un ottimo paleografo, in buona fede ma un tantino puritano.

Veniamo al termine traslato dagli anglosassoni e dai nordici in troubadour.

Gli antichi codici usavano, specialmente in area longobardico-occitana, una scrittura "ad aste", dove non vi era possibilità di distinguere fra di loro la u,  v,  n, in, m, e su di un testo non ben conservato (il caso più comune) anche la o, m, ecc. ecc. Inoltre gli occelti prediligevano l'uso di caratteri minuscoli greci.

In ogni caso, sempre che il termine non sia una moderna trovata franco-inglese, non è probabile una scritta per esteso " troubadour ", assai più probabile è la semplice notazione "tròb" e questo non è traslabile in troubadour, ma in trombadur.

Ecco come veniva scritto coevamente

" Gr ríqras " = Giraut Riquieras (detto l'ultimo trombadore)

ancora, dallo stesso codice coevo (1265)

"Toftéps" si legge "tos temps"

(notare la f per s e la m non scritta) ecc. ecc.

 

 

PER CONCLUDERE

Sebbene il termine trovatore sia sinonimo antico di "inventore", (ancora oggi l'invenzione è definita "il trovato") quindi un termine generico e formalmente appropriato per qualsiasi creatore, sia di musica che di versi che di qualsivoglia creazione artistica, occorre trovare il coraggio di superare il bigotto blocco psicologico all'uso del termine trombadore se non trombatore.

Infatti, dopo la riscoperta delle "Cantigas" galizie dove un canto è dedicato agli oramai morenti "trobadores", è invalso l'uso del termine franco-galizio, fatto proprio dagli anglosassoni (primi studiosi), troubadours.

Quindi dobbiamo essere, del tutto restii ad accettare, il termine palesemente franco/galizio e del tutto improbabile di troubadour,

ed usare senza falsi pudori il termine esatto ed occelto di trombadur, ed italiano di trombadore - trombatore.

 

 

Il trombadore o la trombatriz, con il suo seguito di collaboratori e strumentisti,

si faceva annunziare da trombe, pive e tamburi,

tanto più, quanto più era o si riteneva nobile.

A volte faceva il trombone,

ovvero ostentava la sua ricchezza e magnificenza,

gettando monete e doni alla folla.

Immancabili e note erano le conquiste amorose, sia dei trombadori che delle trombatriz (rammentiamo le famosissime Beatriz) 

 

 

La dizione tradizionale di trumbör,

la coeva trombador,

e l'italiana trombadore

sono le uniche valide espressioni per descrivere il

"compositore poetico e musicale"

occitano dell'anno mille e dintorni,

anche per distinguerlo senza ombra di dubbio,

dai più tardi trovatori franco-provenzali

e trobadori galizi (dal 1200 al 1400).

Non basta il tardo termine trobadores, ovvero trovatore in galizio, anche se, inteso come "inventore",

e neppure il moderno termine puritano di troubadours, coniato dai predatori primi degli occitani, i cugini franchi, adottato dagli anglici.

Dobbiamo essere orgogliosi della nostra altissima cultura trombadorica, libera e trsversale, che ci unisce ad altri popoli fratelli e nazionalizzati (schiavizzati?) dai moderni stati sovrani.

Viva i Trombatori e le Trombatriz!