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Pier Costanzo Brio- ASTROLOGIA POSITIVA di CRISTOFORO COLOMBO

scritti coevi - Tav. 1




Dal Codice dei Privilegi,

prima pagina della bolla di Alessandro VI del 1493.

In questa bolla il papa nomina Colombo, che riconosce essere l'artefice anche teorico della scoperta, fissa la raja,come demarcazione del nuovo mondo, che viene gia riconosciuto come tale, e non come la vecchia India.

In alto a sinistra sono visibili due caricature di visi, un indio ed un europeo, questo di lineamenti duri e differenti da quelli del papa o del re, quindi non può trattarsi che di Colombo.


 

scritti coevi - Tav. 2



La Raya definita dal Papa Alessandro VI nel 1493:

in questo particolare, estrapolato dalla bolla contenuta nel codice dei privilegi di Colombo, viene fissata la linea-meridiano dal polo nord al sud, passante cento leghe ad occidente delle Azzorre ed isole del Capo Verde.

Questa linea, che venne detta Raya spartiva il globo in due aree di ingerenza, spagnola e portoghese.

Più volte questa linea verrà ritoccata in favore del Portogallo, tanto che l'America del sud, all'altezza del Brasile, venne a far parte dell'area di ingerenza portoghese, legittimandone la colonizzazione sotto la bandiera del Portogallo.

Fu lo stesso Colombo a sollecitare i reali spagnoli del richiedere al Papa detto riconoscimento ufficiale, conscio della realtà cosmografica, ovvero dell'aver scoperto un nuovo mondo, posto a cuscinetto fra l'Europa e l'oriente, che si estende da nord a sud, senza (al tempo) un comodo passaggio (che, guarda caso, cercava proprio nella zona di Panama) per l'oceano indiano (il tanto sospirato mare del sud).

Inoltre Colombo conosceva molto bene le brame e le gelosie del suo grande amico-nemico il re del Portogallo.

Anche in questo documento si parla di terra ferma e di nuove terre, contrariamente a quanto affermato dai puristi, quindi dalla attuale posizione ufficiale, che nega ogni supposizione contraria al convincimento dell'epoca circa il raggiungimento dell'India orientale, ovvero del non esservi, all'epoca, alcuna idea di un Mondo Nuovo.

Il fatto che si parli di terra ferma, e non solo di isole è molto importante, infatti se era pensabile, e Colombo lo aveva apertamente ipotizzato, l'esistenza di una serie di isole poste a cuscinetto fra l'Europa e l'Asia, non poteva certo essere prevista una terra ferma, senza ammettere che essa fosse un nuovo mondo, anche se "ecumenico" a nord, ovvero collegato a tutte le altre terre continentali, secondo un residuo di visione tolemaica.

Stretto di Bering a parte, la realtà non è poi molto diversa.

 

scritti coevi - Tav. 3



Antipagina della carta dei privilegi di Cristoforo:

Don Xpoval Colon Almirante Mayor del Mar Oceano Vicerè e Governatore delle Indie e della Terra Ferma.

Come si vede Colombo era riconosciuto avente diritto, non solo sulle Indie (occidentali), ma anche sulla Terra Ferma, la cui scoperta venne in seguito, erroneamente attribuita ad Amerigo Vespucci.

La prima stesura del codice dei privilegi venne redatta nel 1492, prima della partenza, quindi varie volte confermata e perfezionata in seguito.

Nel ricciolo in basso della C, primo capolettera, è visibile un volto stranamente rispondente ai dati somatici di Colombo.

 

 

scritti coevi - Tav. 4




Colombo era socio con il re e la regina per un terzo dell'impresa delle Indie Occidentali,

avendo anticipato personalmente un terzo delle spese di scoperta.

Dal documeto ufficiale della corona detto codice dei privilegi: viene qui confermato in modo incontestabile quello che Colombo afferma anche in una sua lettera autografa:

avendo partecipato per un terzo delle spese di armata della flotta di scoperta, Colombo si sentiva socio paritetico in una società di tre persone: il re, la regina e lui, ognuna con un terzo dei diritti.

Colombo vatava anche altri diritti aggiuntivi, quali il tipico dieci per cento che ogni corsaro pretendeva dal suo Signore in cambio del suo appoggio in ogni impresa,

più un diritto trasferibile agli eredi di finanziamento per un ottavo (12,5%), dietro relativo compenso.

Tutti utili che voleva calcolati sempre dal valore intero, e non in modo scalare.

Ne conseguiva che avrebbe avuto diritto ad oltre la metà del valore della "azienda Indie occidentali", intervenendo solo per un ottavo delle spese: pretesa davvero insostenibile, che lo mise in cattiva luce ai reali, specialmente quando furono chiare le forti spese.

Una cosa comunque risulta chiara: nessun altro interlocutore appare nella ideale società di fatto Colombo-Re-Regina, nessun ente o persona vantava diritti sull'impresa delle Indie, nessuna banca e nessun finanziere genovese o meno.

Non erano soci il Pinzon, non era socio il Santangel. Questo significa che nessuno aiutò Colombo oltre le sue possibilità di godere del credito, ovvero oltre il valore dei suoi beni.

Risulta quindi dimostrato ufficialmente che Colombo non era affatto povero prima della scoperta: come minimo disponeva di un milione di maravedi, che tradotti in lire italiane attuali (1993) sono circa tre miliardi.

Colombo era ricco quindi, ed oggi avrebbe probabilmente potuto fare a meno dell'appoggio reale, ma al tempo assolutamente no: solo un re, per grazia di Dio, poteva trasmettere un diritto di "sangue", indispensabile per possedere terre, amministrarle e governarle.

L'importanza di queste righe, per Colombo , era enorme, e si spiega l'indice della elegante mano, ad evidenziare il paragrafo.

 

scritti coevi - Tav. 5

 



 

In questo foglio del codice dei privilegi viene chiaramente dichiarata la grande ed amichevole confidenza esistente fra i re e Colombo.

Sappiamo per certo che anche il re di Portogallo considerava Cristoforo "suo amico particolare".

 

scritti coevi - Tav. 6

 

 

FIRME di testimoni che conobbero personalmente l'Ammiraglio Colombo,

dall'alto:


Il nobile Pedro de Arana, parente di Beatrice seconda moglie di C.


Il nobile Licenziato Barreda, amico dell'Ammiraglio.


Diego Mendez, amico personale e fidato di C.


Fernando Colombo, figlio legittimo di Beatrice  e l'Ammiraglio.

 

 

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