scritti coevi - Tav. 4
Colombo era socio con il re e la regina per un terzo dell'impresa delle Indie Occidentali, avendo anticipato personalmente un terzo delle spese di scoperta. Dal documeto ufficiale della corona detto codice dei privilegi: viene qui confermato in modo incontestabile quello che Colombo afferma anche in una sua lettera autografa: avendo partecipato per un terzo delle spese di armata della flotta di scoperta, Colombo si sentiva socio paritetico in una società di tre persone: il re, la regina e lui, ognuna con un terzo dei diritti. Colombo vatava anche altri diritti aggiuntivi, quali il tipico dieci per cento che ogni corsaro pretendeva dal suo Signore in cambio del suo appoggio in ogni impresa, più un diritto trasferibile agli eredi di finanziamento per un ottavo (12,5%), dietro relativo compenso. Tutti utili che voleva calcolati sempre dal valore intero, e non in modo scalare. Ne conseguiva che avrebbe avuto diritto ad oltre la metà del valore della "azienda Indie occidentali", intervenendo solo per un ottavo delle spese: pretesa davvero insostenibile, che lo mise in cattiva luce ai reali, specialmente quando furono chiare le forti spese. Una cosa comunque risulta chiara: nessun altro interlocutore appare nella ideale società di fatto Colombo-Re-Regina, nessun ente o persona vantava diritti sull'impresa delle Indie, nessuna banca e nessun finanziere genovese o meno. Non erano soci il Pinzon, non era socio il Santangel. Questo significa che nessuno aiutò Colombo oltre le sue possibilità di godere del credito, ovvero oltre il valore dei suoi beni. Risulta quindi dimostrato ufficialmente che Colombo non era affatto povero prima della scoperta: come minimo disponeva di un milione di maravedi, che tradotti in lire italiane attuali (1993) sono circa tre miliardi. Colombo era ricco quindi, ed oggi avrebbe probabilmente potuto fare a meno dell'appoggio reale, ma al tempo assolutamente no: solo un re, per grazia di Dio, poteva trasmettere un diritto di "sangue", indispensabile per possedere terre, amministrarle e governarle. L'importanza di queste righe, per Colombo , era enorme, e si spiega l'indice della elegante mano, ad evidenziare il paragrafo.
|